Davide Casaleggio critica il nuovo corso del M5S, definendolo “esclusivo e respingente”. Accuse a Conte e ipotesi di fusione con il PD.
In una lunga intervista a La Verità, Davide Casaleggio ha tracciato un bilancio severo del Movimento 5 Stelle, fondato insieme al padre Gianroberto e Beppe Grillo. Casaleggio ha parlato di un Movimento che ha perso la propria anima originaria: “È diventato un partito respingente, esclusivo, non inclusivo, con mille mandati e il potere concentrato in una sola persona”.
La “Fattoria degli animali” del M5S: parla Davide Casaleggio
Secondo Casaleggio, il sogno iniziale si è trasformato in una “sete di potere”, con un conflitto di interessi che ha portato al naufragio del progetto.
L’imprenditore ha paragonato l’evoluzione del Movimento al celebre romanzo di George Orwell: “Come nella Fattoria degli Animali, a un certo punto chi aveva il potere ha riscritto le regole, stravolgendo i principi originari”.
Un esempio su tutti è la deroga al principio del doppio mandato, un pilastro del Movimento che voleva la politica come un’esperienza temporanea, non una carriera.
Fusione con il PD: il destino del Movimento?
Casaleggio ha accusato apertamente l’attuale leadership del M5S, guidata da Giuseppe Conte, di lavorare verso una fusione con il Partito Democratico: “L’obiettivo è diventare una componente del PD, magari con Conte che si candida alla segreteria. Mi sembra il punto di caduta finale di questa esperienza”.
Un percorso che, secondo Casaleggio, non rappresenta alcuna novità politica, ma ricalca dinamiche già viste con ex premier come Renzi e Monti.
“Cambiare nome per salvare l’identità”
Davide Casaleggio ha proposto una soluzione drastica: cambiare il nome del Movimento, per salvaguardare la sua identità originaria. “Se qualcuno vuole fare una Coca Cola blu, deve cambiare marchio. Non voglio che il nome del Movimento venga sporcato da ciò che abbiamo sempre combattuto”.
In chiusura, Casaleggio ha commentato la figura di Elon Musk, definendolo “il Leonardo Da Vinci dell’era moderna”, ma ha sottolineato i rischi derivanti dal suo immenso potere economico, intellettuale e politico: “Questo connubio crea inevitabilmente un problema di conflitto d’interessi”.